2003 - Mario R. Capecchi - NOBEL 2007
University of Utah School of Medicine
Co-Chair, Department of Human Genetics
Investigator of the Howard Hughes Medical Institute
Salt Lake City, UT
Mario Capecchi naque a Verona nel 1937 e, dopo aver sofferto grandi privazioni e tribolazioni da bambino durante gli anni di guerra, si trasferì con la madre negli Stati Uniti nel 1946.
Benchè la sua prima preparazione sia avvenuta in chimica e fisica, egli decise di proseguire gli studi di laurea nel nuovo campo della biologia molecolare con Jim Watson, ad Hardward, guadagnandosi il Ph.D. in biofisica nel 1967.
Dopo aver lavorato 4 anni alla facoltà di biochimica della Scuola Medica di Harvard, si trasferì all’Università di Utah, a Salt Lake City, dove egli condusse studi pionieristici sullo sviluppo della rcombinazione omologa del DNA nelle cellule dei mammiferi. Attraverso una serie di scoperte innovative egli sviluppò infine l’approccio gene-bersaglio, attualmente ubiquitario, allo sviluppo dei mammiferi.
Nel 1987 apparve il suo primo rapporto sulla disgregazione di un gene endogeno da parte di una mutagenesi diretta localmente nelle cellule staminali (ES) del topo.
Capecchi viene insignito del Premio Pezcoller-AACR per la ricerca sul cancro per la scoperta, sviluppo ed applicazione della mutagenesi mirata nelle cellule staminali.
In un periodo di parecchi anni il suo laboratorio venne affinando l’approccio ed alla fine rivoluzionò completamente il campo della genetica del topo. Questa tecnologia ha ora generato migliaia di “ topi knockout” nei laboratori di tutto il mondo che hanno portato osservazioni innovative ed intuizioni biologiche che altrimenti non sarebbero state possibili.
La generazione di modelli del cancro umano nel topo ha portato un impatto enorme nella ricerca sul cancro, svelando i meccanismi molecolari coinvolti nella genesi del tumore e permettendo di testare negli animali di laboratorio nuove strategie terapeutiche.
Nel proprio lavoro Capecchi ha usato tecnologie knockout per studiare la funzione di parecchi geni chiave, compreso l’oncogene “int-2” e la famiglia dei geni “Hox” che svolge un ruolo critico nello sviluppo nomale e nelle cellule tumorali.
Non si può non riconoscere che l’impatto dovuto alle scoperte di Capecchi ha letteralmente cambiato la biologia moderna.